Posta foto: Blitz | © Immagine di PIRO su Pixabay
Oggi riprendo un antico pezzo di saggezza e in realtà sto costruendo sull'ultimo lampo di ispirazione e a qualcuno che è un po' più grande post sul blog A. La vita è un gioco.
E mi piace già William Shakespeare Come detto in modo appropriato e bello, ognuno di noi ha il proprio ingresso e la propria uscita. Adesso presumo addirittura che stiamo suonando tutti lo stesso pezzo. L'inizio e la fine sono sempre impostati. Forse ognuno di noi ha il proprio ruolo in esso e, a seconda del nostro modello filosofico, possiamo scrivere poco o niente sulla sceneggiatura.
Ma quello che possiamo fare è svolgere al meglio il nostro ruolo, sapendo che sarà la nostra unica prestazione. E se alla fine è andata bene, allora basta questa prestazione; Grazie alla matematica sappiamo che anche alla distanza più piccola c'è ancora almeno un infinito da trovare.
Soprattutto nell'epoca non scientifica di oggi, questo spiega anche perché a molti di noi piacciono i sequel e le serie, perché ci fanno credere che le cose in realtà non esistono.
E con questo pensiero concludo questo articolo: spero che ti spinga a pensare ulteriormente...